A tutte e a tutti una buona domenica!
Torno a postare un altro episodio del mio primo romanzo, un classico heroic fantasy old style, Bran il Paladino: attacco al Tempio; episodio che... Sì, mi mette sempre serenità e buon umore. Così, spero li metta anche a voi visto che... Finalmente il sole, finalmente il bel tempo... E anche ad Ororia il sole splende.
La giornata, serena e soleggiata, è una di quelle da festeggiare: Bran è il nuovo "Eroe in Auge" di Ororia; titolo che solo a pochi è stato riconosciuto e sempre e solo per imprese di grande importanza, valore e coraggio.
Bran, dopo aver messo a repentaglio la propria vita pur di svelare il mistero di Casa Malstorm, si è risvegliato dal lungo riposo che il suo corpo richiedeva.
Damien, Gran Maestro della gilda dei paladini, i chierici e gli abitanti tutti di Ororia gli sono riconoscenti e lui, semplice ed umile ragazzo, accetta con un certo imbarazzo tutti quegli elogi... D'altro canto dov'è luce c'è anche ombra e il significato della profezia appena rinvenuta è tutto da scoprire...
Guardatelo prima di leggere questo episodio perchè... Beh come può Gandalf non essere fonte d'ispirazione?
Tempo di lettura: 10 minuti
8 – GRATITUDINE ALL’EROE
Un’acuta risata, come di una
bambina felice, risuonò nel nero vuoto in cui Bran si trovava immerso.
Guardandosi intorno, poté vedere come sotto di lui si svolgesse un argenteo
sentiero immerso in campi dorati pieni di fiori dai mille caldi colori.
Ad un tratto, una piccola luce
fece capolino dinnanzi al biondo paladino che, fluttuando verso di essa, udì
l’eco di una voce maschile.
<<Mille
grazie di tutto cuore!>> sussurrò la voce da dietro le sue spalle.
Voltatosi, mentre il dolce profumo dei fiori lo investiva, Bran scorse Ed
abbracciare sua moglie ed incamminarsi, dall’altra parte del sentiero, verso
una più grande luce bianca: stretta al suo uomo, bella come non mai, la donna
teneva per mano un’allegra Sandra sul cui piccolo viso, spruzzato di
lentiggini, si apriva un bel sorriso raggiante.
<<Che
lo splendore di Orus scenda su di voi, Bianco Bran>> fu il commiato della
donna di bianco vestita.
<<Che
avvolga voi tutti nella sua eterna e gioiosa pace>> recitò il giovane
paladino, capendo di trovarsi sospeso tra due mondi…
<<Vai,
vai Bianco Bran!>> lo esortò infine Ed. <<Il mondo dei vivi ti
reclama a sé poiché il tuo destino è ancora lungi dal compiersi>>
concluse.
Come nuvola sospinta da una
leggera brezza, Bran solcò il sentiero d’argento verso quella luce che, prima
piccola, ora sembrava averlo inghiottito, trasmettendogli un caldo formicolio
che si impadronì del suo corpo fino ad allora insensibile, etereo.
Lanciando l’ultimo sguardo alle
sue spalle, il giovane paladino vide Ed e la sua famiglia incamminarsi verso il
Bianco Regno di Orus: sollevando ciascuno la propria mano, i tre rivolsero
l’ultimo saluto al salvatore delle loro anime, che li vide diventare sempre più
piccoli ed indistinti, fino ad apparire come un lontano puntino scuro su sfondo
bianco.
La luce inghiottì il paladino, ma
non fu un viaggio sgradevole come quello attraverso i portali magici, anzi, la
coscienza si diffuse lenta e vivifica in lui coccolandolo alla stessa maniera
di un bagno caldo, morbido e fumante: del sogno, ora, rimaneva solo il lieve
profumo di quei fiori di campo.
Un raggio di sole fece capolino
attraverso le tende della finestra posta di fianco al suo letto. Seguendolo
ammirati, gli occhi cerulei di Bran incontrarono quelli grigi del Pio Chierico
che, già una volta, si era preso cura di lui.
<<Era
ora che vi svegliaste!>> lo redarguì, con ironia, Clorus.
<<Chiedo
perdono, ma non ricordo di essermi mai sentito così stanco in vita mia>>
gli rispose Bran, di buon umore. <<E poi, stavo facendo un bel
sogno…>> aggiunse.
<<Me
ne sono accorto>> rise l’anziano guaritore. <<Non ho mai vegliato
su un sonno più pacifico del vostro… Un placido sorriso giaceva sulle vostre
labbra>>.
Senza preavviso alcuno, lo
stomaco di Bran protestò a gran voce la sua vuotezza.
<<Mi
sento affamato>> si giustificò il paladino.
<<Certo
che avete fame>> gli rispose Clorus, alzandosi dalla sedia impagliata
sulla quale stava da ore. <<Sono più di tre giorni che non mettete
qualcosa sotto i denti>> gli sorrise. <<Dopo aver avvertito il
Bianco Damien del vostro risveglio, mi assicurerò personalmente che vi sia
portata la colazione.>>
<<Troppo
gentile>> ringraziò Bran.
<<Adempio
solo al mio dovere, giovanotto. E poi>> aggiunse in tono quasi ufficiale
<<è un onore poter servire l’eroe di Ororia in auge.>>
f
Toc, toc, sentì bussare Bran.
<<Avanti>>
rispose, mettendosi faticosamente a sedere.
Adorno del suo bianco mantello,
Damien fece l’ingresso nella stanza del giovane paladino recando in mano il
vassoio della colazione.
<<Le
porgo i miei saluti, GranMaestro>> fece Bran, cercando di prodursi in
qualcosa che assomigliasse vagamente ad un inchino.
<<Non
preoccuparti delle formalità, Bran>> lo dispensò Damien appoggiando il
vassoio sul comodino al fianco del letto per poi aiutare il giovane a mettersi
comodo.
<<Ora,
prima di iniziare qualsiasi discussione>> lo pregò il GranMestro
<<mangia tutto quanto il buon Kruiff ti ha preparato.>>
Con voracità, tanta era la fame, Bran
si avventò sulla colazione spazzolando il piatto tanto dal far credere che
fosse stato anche lavato.
<<Clorus
mi ha assicurato che l’argento dei tuoi capelli dipende dall’uso spropositato
che sei stato costretto a fare dei tuoi poteri divini>> iniziò a dire
Damien quando ormai l’altro stava inforcando l’ultimo boccone di uova e
pancetta.
<<Capelli
bianchi?>> gli fece eco Bran.
<<Ecco,
guarda con i tuoi occhi>> lo invitò il GranMaestro dopo avergli posto
dinnanzi uno specchio.
<<Sembro
più vecchio di quel che sono!>> sbottò il giovane paladino, scontento,
osservandosi le punte dei capelli.
<<Beh,
non ti stanno poi così male a mio dire>> lo rassicurò Damien.
<<Cambiando discorso>> tagliò corto, togliendogli il vassoio dalle
gambe per appoggiarlo sul comodino <<tra le cibarie che ci hai dato,
effettivamente la mela era magicamente avvelenata>> gli confermò.
<<Ho
avuto il piacere di calare il mio spadone sui maghi artefici di un tale
incantamento. Sotto casa Malstorm stava una rete di stanze, corridoi e
cunicoli>> gli spiegò Bran <<ed in una di queste stanze stava un
laboratorio.>>
<<Sì
Bran, siamo già a conoscenza di ogni cosa>> lo informò il GranMaestro,
cambiando posizione sulla non troppo comoda sedia impagliata. <<Io e
Thoris, giacché in casi come questi il tempo è prezioso e tu tardavi a
riprendere conoscenza, abbiamo ritenuto di dover convocare al più presto un
incontro con gli altri tre tuoi compagni di ventura; incontro al quale fosse
presente anche il Sommo Petrus, ovviamente.
Nemrak e gli altri ci hanno messo
al corrente di ogni minimo particolare dell’impresa.>>
<<Avete
preso una saggia decisione>> concordò il giovane paladino dagli occhi
azzurri. <<Come sempre, GranMaestro>> aggiunse. <<Mi chiedo
allora il motivo della vostra visita>> gli chiese, poi, in tono
rispettoso.
<<Per
prima cosa>> gli rispose l’altro allungando la mano verso di lui
<<volevo restituirti questo.>>
Portandosi le mani al collo, Bran
si accorse di non avere addosso il medaglione di Orus a foggia di sole
raggiante.
<<Era
ricoperto da uno strato di sangue incrostato e putridume macilente, così
l’abbiamo pulito e riportato al suo originario splendore.>>
Ringraziandolo, Bran lo prese e
se lo infilò subito al collo: una benefica sensazione di calore invase subito
il suo cuore dove, ora più che mai, la scintilla di Orus ardeva limpida.
<<Volevo
inoltre porgerti i complimenti da parte di tutti i Paladini, i Chierici e da
parte di ogni gli abitanti della stessa Ororia>> aggiunse sorridente, chinando
leggermente la testa in segno di riconoscenza e rispetto.
<<Oh,
suvvia!>> protestò il giovane dai lunghi capelli biondi. <<Dovrei
essere io a ringraziare voi per avermi permesso di compiere la missione
affidatami dal Bianco Signore… E poi non sono sicuro di meritarmi il titolo di
eroe in auge>> riconobbe con umiltà. <<Non ero solo in quel buio
luogo di tenebra e malvagità, e credo proprio che senza l’aiuto di Nemrak,
Rurik e Nin non sarei qui a godermi tutte queste lodi>> concluse un pò
imbarazzato, passandosi la mano tra i capelli spruzzati d’argento.
<<Dici
il vero, giovane paladino>> concordò Damien alzandosi in piedi.
<<Questo ti rende ancora maggior onore>> continuò mettendosi a
passeggiare avanti e indietro per la stanza. <<Come avrai intuito, però,
non sono qui solo per tessere il tuo elogio>> aggiunse, assumendo ora
un’espressione più seria e riflessiva. <<C’è una cosa che desidero
discutere con te.>>
<<Si
riferisce alla profezia?>> lo interruppe Bran.
<<Esattamente
di quello>> gli rispose il GranMaestro, fermandosi dinnanzi al letto.
<<Nemrak ha suggerito una chiave di interpretazione secondo il suo punto
di vista; ora vorrei conoscere il tuo, in qualità di primo interessato e
poiché, da quello che ho appreso dal racconto dei tuoi compagni, la potenza di
Orus era particolarmente forte in te… Penso, in verità, che una così profonda
comunione con il Bianco Signore possa averti fatto capire cose che agli altri erano
precluse>> disse in tutta franchezza, senza voler nascondere niente a
quel giovane paladino dal quale, secondo il sentire del suo cuore, dipendeva
molto.
<<Non
c’è dubbio che la Dea Sciacallo sia la Nera Gemella di quello che la profezia
indica essere il Sole Splendente, ossia Orus il Bianco Signore>> iniziò
Bran, con voce bassa ed impostata, come se dovesse tenere una lezione.
<<Secondo il mio sentire, anche se lo ritengo impossibile, la potenza di
Orus scemerà fino al punto che lo stesso Dio dovrà cedere il passo alla sua
malvagia Gemella: ciò può voler dire che la sua Chiesa cadrà e che, nel mondo,
non rimarrà un solo suo fedele; oppure può stare a significare che lo stesso
Dio cadrà in battaglia per mano della sua Gemella, o per qualche tranello da
lei tesogli… Come, proprio non saprei dirlo… Ma la profezia ci afferma che ciò
accadrà quando del Portatore il sogno con la realtà si fonderà.
Ora, mi sembra abbastanza chiaro
che si debba trattare di una divinazione, di un sogno premonitore, ma non
saprei dire chi sia questo Portatore>> dedusse il giovane paladino
mentre, come in trance, Damien lo ascoltava passandosi la mano sull’incolta
barba appena spruzzata di grigio.
Dopo una breve pausa, Bran
continuò.
<<L’abbraccio
tra la Nera Gemella ed il Bianco Signore, lungi dal rappresentare un atto
carnale, a mio parere rappresenta una metafora che va intesa nel senso che i
quattro Cavalieri dell’Apocalisse cavalcheranno sul mondo qual’ora la sua degenerazione,
e quella dei suoi abitanti, divenga tale che gli uomini non riescano più a
distinguere tra il bene ed il male, tra il giusto ed il sbagliato, tra l’onesto
ed il disonesto, e tutto scada in una forma di anarchia priva di ideali, se non
quello della falsa libertà figlia del potere e della ricchezza materiale…
Frutto aberrante dell’estremo relativismo in cui tutto ha un prezzo ma niente
un valore>> concluse, con il groppo alla gola.
<<Sei
molto cresciuto in saggezza, giovane paladino… Tanto, forse, da avermi superato
in quest’occasione. Mi hai aperto gli occhi, Bran, ed ora vedo il poco tempo
che ancora ci è concesso scivolarmi come sabbia tra le dita>> costatò
Damien, con il volto contratto in una smorfia di preoccupazione.
<<Perdonatemi
se non condivido la vostra opinione sulla mia superiore saggezza. Credo, in
verità, che il vostro cuore sapesse, ma che la vostra testa rifiutasse di
ascoltarlo>> si permise di dire, in tutta sincerità. <<I miei occhi
hanno colto laddove i vostri non si sono posati a cagione dell’encomiabile
lungimiranza; non certo per una vostra debolezza né negligenza, o ancora men
che meno per una vostra mancanza di fede o di comunione con il Bianco Signore…
Solo i più virtuosi tra i paladini hanno il supremo onore di essere insigniti
con il titolo di GranMaestro, e mi creda quando le dico che lei è il più
virtuoso tra i virtuosi>> aggiunse, superando l’imbarazzo per far
emergere ciò che da sempre, che davvero, pensava.
<<Ad
ogni modo, giovane Bran, ringrazio Orus per averti mandato nel momento del
bisogno.>>
<<Ciò
vi rende ancor più onore>> gli fece Bran, chiudendo il cerchio del
discorso.
<<Tutta
Ororia ti è riconoscente>> concluse il GranMaestro appoggiandogli la
forte mano sulla spalla ancora fasciata.
<<Ed
io lo sono a voi, Bianco Damien, quindi Ororia vi deve essere doppiamente riconoscente.>>
<<Riposa,
giovane paladino>> lo invitò infine Damien, imboccando la via
dell’uscita. <<Ne avete bisogno, e ve lo meritate>> concluse,
chiudendo la porta senza fare rumore.
Cullandosi al frusciare delle
foglie ed al fischio del vento tra le fronde, sentendosi le palpebre pesanti,
Bran si lasciò scivolare dolcemente in un sonno, questa volta, senza
sogni.
E come d'abitudine, una bella abitudine che non voglio di certo perdere, vi invito a prestare orecchio a queste tre tracce scelte per voi; tracce che mi hanno ispirato e non poco:
Lingalad - La via prosegue senza fine
Lingalad - Il risveglio
Adrian Von Ziegler - Prophecy
Zaffo
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