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Bran non sarà solo nell'affrontare il male che ad Ororia dimora. Con lui scenderanno sul campo di battaglia tre compagni: Nemrak, giovane chierica di Orus esperta in divinazioni; il nano Rurik, un guerriero in armatura il cui unico scopo nella vita è bere birra fino a svenire e il cui unico piacere è menare la temibile ascia; infine Nin, un mezzelfo, un ladro, costretto per una volta a mettere la sua maestria con l'arco e con gli arnesi da scasso al servizio di una causa che non sia l'arricchimento personale.
Alla guida di questa compagnia, Bran dovrà affrontare le tenebre di Casa Malstorm, i suoi orridi segreti e le insidiose creature che ivi dimorano.
Un momento decisivo per Bran, un momento di spade e magia... e di battaglia spietata.
5 – Oscurità, trappole e mostri
Prima che la lunga scalinata verso le
tenebre avesse fine, Bran e Nemrak lanciarono un semplice incantesimo di luce
per permettere ai loro occhi e a quelli del mezzelfo Nin, di penetrare quel
nero sudario di morte.
<<Io
non ho bisogno di alcuna luce per vedere>> li informò il Nano i cui neri
occhi, abituati alle profondità della terra, erano capaci di scorgere nel buio.
<<Lasciatemi andare in avanscoperta. Non temo zombi né mostro
alcuno>> assicurò gonfiando il petto.
<<Si,
va bene>> gli concesse Bran, splendente nel suo vestito di luce.
<<Nin>> fece rivolgendosi al ladro <<tu guardale le
spalle>> ordinò indicandogli la chierica, anch’egli splendente.
<<Agli
ordini>> sussurrò l’altro.
<<Aspettate
tutti un attimo>> intervenne Nemrak. <<Lasciate che lanci su tutti
noi un incantamento prima di proseguire. Servirà ad occultarci agli occhi dei
non morti finché staremo in silenzio e ci muoveremo con cautela>> spiegò
loro prima di alzare le braccia e spandere sul gruppo una pioggerellina di bianche
scintille magiche. <<Se la ritieni una buona idea>> propose poi a
Bran <<suggerirei che Nin facesse un giretto per disattivare eventuali
trappole.>>
<<Si,
la ritengo una buona idea>> le concesse il paladino, felice di avere con
se una chierica tanto saggia. <<Non sarebbe bello farsi sorprendere nel
mezzo della battaglia. Io lo accompagnerò>> aggiunse <<e tu Rurik
starai qui di guardia.>>
Il nano sbuffò irritato, entusiasta
com’era stato per l’idea di andare in avanscoperta e menare subito le mani.
<<Ti
assicuro che dopo ci sarà bisogno della tua ascia>> lo rassicurò Bran,
sconcertato di come per qualcuno la battaglia potesse avere tanta attrattiva.
<<La
prendo come una solenne promessa>> gli rispose il guerriero, grugnendo.
<<Puoi
contarci>> concluse il biondo paladino voltandosi, poi, verso Nin per
dirgli di andare.
I due, occultati alla vista di quelli
che la divinazione aveva predetto essere i loro nemici, si aggirarono
guardinghi per quella stanza oscura che giudicarono misurare una decina di
metri per lato. La luce proiettata da Bran illuminò un ambiente con pareti e
muri di pietra ai quali erano appese, in gran numero, mensole ricolme di
bottiglie e boccette ricoperte dalla polvere e dalle ragnatele.
<<Attento!>>
lo avvertì Nin strattonandolo quando fece per avvicinarsi alla porta che si
apriva sull’altro lato della stanza. <<Non mettere lì il tuo piede, vedo
una trappola>> disse inginocchiandosi per disattivarla.
Continuarono ad aggirarsi per la
stanza, senza scorgere nemmeno l’ombra di un non morto, per alcuni minuti.
Apprestandosi verso il centro della stessa, i loro occhi si posarono su una
vecchia libreria sulla quale, ordinatamente, erano disposti libri e pergamene
anch’esse sommerse dalla polvere e dalle ragnatele. Allungando una mano, Bran
ne prese uno, lo aprì e lo sfogliò: erano libri di magia che descrivevano
strani rituali a lui completamente sconosciuti.
<<Fammi
dare un’occhiata>> gli chiese il mezzelfo. <<Non che sia un mago,
ma qualcosa di magia la so… Sai, noi ladri ficcanasiamo ovunque e sappiamo di
tutto un pò… come i bardi, credo>> gli spiegò prendendo in mano il libro,
e poi un altro ed un altro ancora. <<Per quello che posso capirci parlano
di portali, delle varie dimensioni che compongono l’universo e della loro
struttura spazio temporale…>>
<<Per
fortuna che non te ne intendevi>> ironizzò Bran guardandolo storto.
<<Beh…
si fa di necessità virtù>> gli rispose l’altro con finta modestia.
<<Torniamo
dagli altri due>> lo invitò Bran facendogli segno con il braccio.
<<Fatto?>>
domandò Rurik ai due di ritorno.
<<Si,
fatto>> gli rispose Bran. <<La via fino all’altra parte della
stanza è libera e la trappola posta sulla porta disattivata.>>
<<Bene!>>
esclamò il Nano partendo di gran carriera. <<E non provare a tirare fuori
altre scuse per le quali io debba rimanere indietro… La mia pazienza ha un
limite!>>
Stando dietro a Rurik, il gruppo si
dispose dinnanzi alla porta, pronto a fare irruzione nella stanza accanto: Nin
con un paio di frecce incoccate stava dietro al Nano, mentre Bran era al fianco
di Nemrak pronto a proteggerla in caso di bisogno.
La grossa e tozza mano del guerriero
si appoggiò alla maniglia e nessuna trappola scattò; solo che nemmeno scattò la
serratura!
La porta era semplicemente chiusa a
chiave, ma il rumore attirò le creature che si trovavano dall’altra parte le
quali, nella loro gutturale lingua Abissale, si organizzarono.
Mentre ancora i quattro si trovavano
ad un passo dalla porta, questa cedette sotto i colpi d’ascia di uno scheletro
che, dalla porta sventrata, fece il suo ingresso alla testa di un gruppo di tre
zombi urlanti.
Bran tese un braccio a protezione
della chierica, facendola allontanare di qualche passo dal vivo dello scontro.
Nin, balzando agilmente di lato e
rendendosi così visibile ai non morti, scagliò i suoi dardi in direzione di uno
dei tre zombi che urlò, ma non cadde.
Con il sorriso a fior di labbra,
invece, Rurik fece saettare la sua ascia da battaglia verso il cranio dello
scheletro, sfondandogli l’elmo arrugginito. La testa del non morto rotolò a
terra ma il suo corpo continuò a dare battaglia al Nano, anch’egli ora
visibile, il quale fu costretto ad indietreggiare sulla difensiva.
Lo zombi con le due frecce piantante
nel petto avanzò, a sua insaputa, in direzione di Bran il quale, ancora sotto
l’effetto dell’incantesimo di occultamento, gli si avvicinò indisturbato per
colpire agevolmente, tranciandolo letteralmente in due. A quel punto, anch’egli
visibile, si lanciò in mischia contro lo zombi a lui più vicino.
Accortosi della presenza del paladino,
l’orrida creatura dalla livida pelle cadente si girò di scatto per attaccare
con i suoi falcetti.
Nel frattempo Nin, con un salto
acrobatico, si portò alle spalle del quarto non morto ed estratto il suo kukri,
un lungo coltello dalla lama ricurva, glielo piantò dritto nella nuca: la creatura
si afflosciò e divenì cenere in un istante.
Dopo aver bloccato con il suo spadone
i falcetti dello zombi, Bran fece un mezzo giro su se stesso così da uscire
dalla portata del suo avversario; abbassò l’arma per levarla poi nuovamente
sopra la sua testa e ricalarla, completando il giro, sul petto del non morto
che, squarciato, si dissolse.
Voltando lo sguardo verso destra, poi,
il biondo paladino poté vedere come Rurik stesse demolendo, osso dopo osso, lo
scheletro gambizzato che, ormai ridotto ad una penosa creatura strisciante,
cercava comunque di ghermirlo. Felice come non mai di aver menato le mani, il nano calò la sua amata ascia per infliggere il colpo di grazia.
<<Tutto
a posto?>> chiese Bran a Nemrak una volta conclusasi la schermaglia.
<<Si,
certo>> gli rispose lei, offesa.
<<C’è
qualcosa che non va?>> le chiese lui sorpreso.
<<Non
provarti mai più a trattarmi come una fragile donnina di corte!>> lo
rimproverò sventolandogli l’indice sotto il naso.<<Credi che, solo perché
sono una donna, non sappia difendermi?>> continuò scostandosi l’argenteo
mantello sotto il quale, appese alla cintura, stavano le sue armi: una piccola
balestra ad una mano ed un grosso randello.
In effetti Bran, accecato dalla sua
bellezza, aveva visto in lei solo una splendida donna e come tale la
considerava, ma ciò che si era dimenticato è che Nemrak era anche una Chierica
e come tale istruita non solo nelle arti divine ma anche nei rudimenti
dell’arte marziale.
<<Non
accadrà più>> riuscì a dire. <<Solo che…>>
<<Non
voglio sentire altro>> lo interruppe lei impugnando il randello.
<<Ed ora andiamo>> tagliò corto, facendogli segno di proseguire.
Scavalcando i resti della porta
abbattuta, i quattro entrarono in una stanza del tutto simile a quella che
avevano appena lasciato.
D’un tratto però, Rurik scomparve dal cerchio
di luce gettato da Bran come se fosse stato trascinato via di peso. Il rumore
della sua armatura cozzante contro la pietra del pavimento riempì l’aria
stantia. Bran mosse alcuni passi verso il punto dove il nano era sparito ma,
colto alla sprovvista, si sentì afferrare al collo da mani fredde e vellutate.
Girando la testa per vedere chi, o che cosa, lo stesse strozzando non riuscì a
scorgere altro che due occhi rosso sangue.
A quel punto Nin scattò verso il
paladino seguendo la luce da lui emanata. Incoccate due frecce, le tirò mirando
ad una specie di nube nerastra dai contorni vagamente umanoidi che sovrastava
il paladino: le frecce volarono contro il bersaglio, centrandolo ma
attraversandolo come avrebbero attraversato l’aria.
Nel frattempo Nemrak, stringendo la
mano attorno all’impugnatura del suo randello, accorse in aiuto del nano che
trovò intento a dimenarsi a terra nell’inutile tentativo di liberarsi dalla
stretta di un fumoso nemico.
<<Spettri!>>
urlò la chierica sperando che Bran l’udisse; così fu.
Nello stesso istante in cui, kukri
alla mano, Nin si gettò sull’ombra, il paladino riuscì a stringere nella mano
il medaglione a foggia di sole raggiante, simbolo di Orus, e alcuni secondi
dopo vi fu un’esplosione di luce che illuminò la stanza a giorno. Lo spettro
cacciò un urlo stridulo e mollò la presa sul collo del giovane paladino il
quale, approfittando di quel momento di tregua, si sfilò l’amuleto tendendolo
verso la creatura d’ombra come anatema contro di essa. Lo spettro, stordito ed
infastidito dalla luce per lui insopportabile che il simbolo di Orus sprigionava, fu
impossibilitato a contrattaccare.
<<Vai
dagli altri! Cerca di portarli qui!>> ordinò al ladro il quale, di corsa,
schizzò verso la luce visibile all’altro capo della stanza.
Arrivato lì, Nin poté vedere la
chierica nel gesto di colpire con il suo grosso randello lo spettro che come
fumo nel vento si dissolse.
<<Venite!
Di qua!>> esclamò il ladro all’indirizzo degli altri due mentre Rurik si
rialzava da terra massaggiandosi il collo.
I tre raggiunsero Bran che teneva
sotto il suo potere lo spettro.
<<Cosa
troveremo in questo posto?>> udirono il paladino chiedere a gran voce
allo spettro. <<Rispondi maledetta creatura delle tenebre!>> gli
intimò avvicinandogli il medaglione a pochi centimetri da quella che sembrava
essere la faccia.
Lo spettro si limitò a scuotere la testa
e stridere.
<<Rispondimi!
So che puoi capire le mie parole, il tuo aspetto rivela che eri umano un
tempo!>> gli gridò contro Bran, ma la creatura d’ombra, iniziando ad
evaporare, urlo solo “morte!”. Quella parola riecheggiò acuta e spaventosa
nella stanza, avendo la voce dello spettro una nota sovrannaturale. Gridando “morte!”
sempre più forte, l’ombra svanì in fumo.
<<Ed
ora dove si va?>> chiese Rurik al paladino.
<<Credo
che dovremo prendere una delle due porte affidandoci alla sorte>> gli
rispose rimettendosi al collo l’amuleto.
<<Prima
di proseguire penso sia utile benedire le loro armi>> intervenne Nemrak
rivolgendosi anch’ella a Bran. <<Non vorrei ritrovarmi nella stessa
situazione di poco fa.>>
<<Per
questo il tuo randello ha avuto successo dove le mie frecce hanno
fallito?>> gli domandò Nin, curioso.
<<Proprio
per questo>> gli spiegò Nemrak. <<Lo stesso vale per il suo
spadone>> aggiunse indicando il giovane paladino.
<<Allora
eccoti la faretra ed il mio kukri.>>
<<Alla
tua ascia ci penso io>> disse Bran al Nano tendendogli le mani.
<<Se
ciò è proprio necessario>> gli rispose il guerriero, riluttante a far
impugnare la sua amata arma a qualcun altro.
Le mani dei due incantatori divini,
quasi all’unisono, si illuminarono trasmettendo l’energia magica alle armi che
impugnavano.
f
Con le armi benedette in pugno, il
gruppo continuò ad avanzare scegliendo di aprire la porta di destra.
<<Assicurati
che sia anche disserrata, questa volta>> fece notare Rurik al ladro, in
tono brusco.
<<Solo
perché prima ho avuto una svista non vuol dire che non sia ancora uno dei ladri
più rinomati del Regno>> gli fece notare l’altro con una certa
altezzosità, ricevendo di ritorno un grugnito di disapprovazione.
Il buio corridoio che si srotolava
dinnanzi a loro proseguiva per un paio di metri prima di svoltare a destra. I
quattro, con in testa Rurik, superarono la svolta solo per scoprire che il
corridoio si snodava ancora dinnanzi ai loro piedi. Seguendone il corso
tortuoso, il gruppo di avventurieri si trovò davanti ad un’apertura nel muro di
pietra che immetteva in un ambiente debolmente illuminato.
Nin, dal passo felpato come quello di
un felino, scattò in avanti silenziosamente per dare una sbirciatina
all’interno. Avvicinatosi all’apertura, spalle al muro, protese la testa
leggermente in avanti permettendo ai suoi occhi di carpire l’immagine di ciò
che gli sembrò una mezza via tra un laboratorio e una cappella. Sotto la statua
di un mostro mezzo donna e mezzo cane, infatti, stava un basso altare sul quale
era adagiata una carogna mutilata di un animale. Ai lati del salone stavano una
dozzina di alambicchi alchemici affollati di ogni sorta di bottiglie, bocce e
pozioni, di cui alcune fumanti ed altre dai colori sgargianti. Su alcuni di
questi tavoli, sormontati da mensole ricolme di libri, erano al lavoro uomini
vestiti di ampie tuniche viola bordate di nero sulle quali, poté notare Nin
quando uno di loro si girò, erano ricamate teste di sciacallo identiche a
quella della statua. Ammassati agli angoli della stanza, poi, stavano cestoni
ricolmi di lucide mele rosse.
Tornato dagli altri, il mezzelfo
riferì il tutto.
<<Maghi>>
sentenziò Nemrak con il disgusto sulla faccia.
<<Adepti
della Nera Gemella>> aggiunse Bran con ancora maggior disgusto
<<intenti ad avvelenare il cibo da distribuire ai poveri di Ororia così
da diffondere l’epidemia>> dedusse.
<<Il
potere della Nera Gemella deve essersi di molto accresciuto ultimamente se ha
fatto sì che parte della sua chiesa stabilisse una base proprio qui in città>>
giudicò la chierica.
<<Mi
chiedo cosa stia a significare tutto ciò?>> si chiese il giovane paladino
dagli occhi azzurri. <<Di certo nulla di buono>> si rispose in un
sussurro.
<<Beh,
che aspettiamo?>> si intromise Rurik sistemandosi l’ascia in spalla.
<<Per
quanto i maghi non mi vadano a genio>> gli disse Bran <<devo
riconoscere che possono essere pericolosi, e anche molto.>>
<<Dobbiamo
fare attenzione, non possiamo agire d’istinto>> concordò Nemrak.
<<Hai
con te qualche trappola?>> chiese il paladino a Nin.
<<Si,
certo, che domande>> gli rispose l’altro frugando nella sua borsa.
<<Eccone qui una>> continuò mostrandogliela.
<<Bene;
ce la faresti a piazzarla appena fuori dell’ingresso senza essere visto né
sentito?>>
<<Con
un pò di fortuna… Sì, credo di potercela fare.>>
<<Allora
penso che dovresti metterti all’opera>> gli ordinò il Bran. <<Li
attireremo fuori così da farli cadere nella trappola e, se ce ne saranno degli
altri ancora in vita, approfitteremo della sorpresa per ingaggiare un corpo a
corpo dal quale dovremo uscire vincitori senza molte difficoltà.>>
<<Mi
sembra un buon piano>> confermò il mezzelfo. <<E penso di poterlo
migliorare attivando anche questa>> disse tirando fuori dalla sua borsa
una pergamena ingiallita.
<<Cos’è?>>
volle sapere Bran.
<<Una
pergamena del silenzio. Se non erro, i maghi devono pronunciare le esatte
parole di ogni incantesimo per poterlo lanciare. Rendendoli muti per un pò li
priveremo della loro arma più efficace...>>
<<Ottima
idea>> concordò il biondo paladino.
Senza perdere un solo istante, Nin si
prodigò per piazzare la trappola, in silenzio e il più in fretta possibile. Una
volta attivato il trabocchetto, il ladro lanciò un fischio per attirare su di
sé l’attenzione dei nemici.
Un vecchio mago canuto, il più vicino
all’apertura sulla parete rocciosa, mise la testa fuori del laboratorio
scorgendo poco più in là la sagoma del mezzelfo. Facendo un passo in avanti,
per vedere meglio chi fosse ad attirare la sua attenzione, finì nella trappola
la quale, con un leggero clic, scattò inesorabilmente: dal pavimento si
produsse una fiammata gialla e rossa che investì in pieno il vecchio mago,
sbalzandolo a terra, carbonizzato.
A quel punto, Nin fece irruzione nel
laboratorio lanciando l’incantesimo del silenzio.
Dietro di lui venivano Rurik, Bran e
Nemrak, tutti pronti a lanciarsi all’attacco.
L’area d’effetto del silenzio, però,
non fu così estesa e un giovane mago, rannicchiatosi in un angolo, riuscì a
starne fuori. Lesto, ne approfittò per evocare un ragno gigante il quale, tra
sbuffi di fumo rovente, si materializzò s fronteggiare il ladro. Mantenendo il
sangue freddo, Nin incoccò un paio di frecce, tese la corda del suo arco lungo
e, mentre il ragno urlante avanzava verso di lui, scagliò centrandolo in pieno.
Quando Rurik, seguito dal paladino e
dalla chierica, fece il suo ingresso, vide un ragno gigante impennarsi davanti
al mezzelfo intento a schivare le zampate mortali della temibile creatura.
Dietro al ragno, due maghi sfoderarono il loro pugnale pronti a balzare contro
il ladro.
In fondo alla stanza, invece, stava un
mago abbigliato di una veste viola orlata di nero, intento a gesticolare e
proferire arcane parole.
Vedendo il mezzelfo in grande
difficoltà, il nano non ci pensò due volte a lanciarsi verso i due maghi
intenzionati a coglierlo di sorpresa..
<<Voi
pensate a quel schifoso mago!>> gridò a Bran e a Nemrak prima di superare
il ragno gigante passandogli sotto il ventre.
Trovatisi a faccia a faccia con un Rurik
la cui ascia roteava sibilando, i due maghi, colti di sorpresa, finirono
gambizzati senza nemmeno accorgersene: morirono dissanguati tra atroci
dolori.
Approfittando del momento di
distrazione dell’orrida creatura, accortasi di avere altri nemici, Nin gli
sparò contro altre due frecce che, sibilanti, si conficcarono nel ventre del
ragno il quale, ora infuriato, si girò per affrontare Rurik menando zampate a
destra e a manca.
Dal canto suo, il nano, soddisfatto di
aver versato un pò di sangue di mago, schivò la prima zampata preparandosi a
contrattaccare ma, il secondo attacco del mostro andò a segnò, sbattendolo a
terra.
Bran, voltandosi verso destra e
vedendo le mani del giovane mago luccicare di una nera luce nebulosa che andava
coagulandosi, alzò lo spadone verso il nemico buttandosi su di lui a capofitto.
Troppo tardi, però, poiché quattro dardi incantati volarono verso di lui
cogliendolo in pieno petto.
Nel frattempo, rotolandosi a terra,
Rurik riuscì a schivare un terzo attacco portato dal ragno gigante, non più con
le zampe acuminate bensì con il lungo pungiglione che gli spuntava da dietro.
Il nano, esperto guerriero, decise di contrattaccare sferrando un colpo ad un
paio delle otto zampe della creatura, un colpo talmente vigoroso che riuscì a
tranciarle entrambe di netto costringendo il ragno a zoppicare.
Fatto un balzo indietro, anche Nin
attaccò, mirando ad un paio dei molti occhi rossi della temibile creatura.
Dall’altra parte della stanza, Nemrak
si trovò a fronteggiare il giovane mago che, ormai alle strette, dovette
sfoderare il suo pugnale non avendo più il tempo di formulare un altro
incantesimo. Incalzato dalla chierica, il ragazzo dalle vesti svolazzanti puntò
dritto davanti a lui con l’arma spianata mancando però il bersaglio e sentendosi,
qualche istante dopo, spaccare i denti e la mandibola sotto il colpo infertogli
dal randello di Nemrak la quale, squadrandolo con occhi di ghiaccio, menò anche
il colpo di grazia: schegge di cranio e fiotti di materia grigia le schizzarono
tutt’attorno e sulle vesti.
Bran, che sebbene ancora fumante dopo
la bordata ricevuta era riuscito a mettersi in ginocchio per rifiatare, si
trovava alla portata del ragno gigante. L’orrida creatura, infatti, si girò di
scatto proprio per piantare il suo pungiglione velenoso tra le scapole del
paladino.
<<Alle
spalle!>> gli gridò la chierica con tutto il fiato che aveva nei polmoni.
Anche se avesse sentito, per Bran non
ci sarebbe stato scampo, poiché il ragno ormai incombeva su di lui con la sua
scura mole pregustandosi la sensazione di infilzare della fresca carne tenera
sennonché, proprio quando sembrava la fine, i contorni della creatura
sbiadirono mentre il corpo diventava semitrasparente per evaporare, poi, nel
nulla.
<<Con
la morte del mago tutti i suoi incantesimi perdono efficacia>> gli spiegò
poi Nin, risistemando nella faretra le frecce che aveva estratte.
La temporanea tranquillità di quel
momento di silenzio fu subito spezzata da un sordo cigolio come di pietra che
raschiasse su altra pietra. Dando una veloce occhiata alla stanza, il mezzelfo
riuscì a notare come gli occhi della grande statua dalla testa di cane si
fossero mossi.
<<Qualcuno
ci osserva per il mezzo della statua>> gridò rivolgendosi agli altri tre
ma, il suo grido, fu coperto dal rombo di un’esplosione. Dalla polvere
sollevata dall’onda d’urto apparvero come dal nulla cinque non morti: tre zombi
armati di catene e falcetto e due scheletri in armatura con in mano scudo e
spada.
Uno degli zombi si materializzò
accanto al paladino ancora in ginocchio e, senza pensarci un istante, menò un
colpo che avrebbe aperto uno squarcio nella schiena del giovane se questi non
avesse indossato l’armatura di cuoio borchiato; ciononostante, la lama del
falcetto gli provocò una lunga ferita profonda che iniziò a sanguinare subito
copiosamente.
Il grido di dolore lanciato da Bran
ebbe l’effetto di scuotere i suoi tre compagni dalla sorpresa.
Nemrak fece qualche passo indietro così
da cercare la concentrazione di cui aveva bisogno per incanalare l’energia che
le avrebbe permesso di scacciare i non morti.
Nello stesso istante, invece, Rurik e
Nin si mossero verso i nemici: il nano roteando al di sopra della sua testa la
temibile ascia ed il mezzelfo incoccando due frecce le quali, veloci e precise,
volarono verso lo zombi che stava per strozzare Bran con le sue catene.
Messosi a tracolla l’arco, Nin sfoderò
il kukri per piantarlo in profondità nella gola del non morto che si accasciò a
terra, contorcendosi. Dopo aver liberato il collo del paladino dalle catene, il
ladro si dedico a finire il non morto pugnalandolo mortalmente svariate volte
finché, urlante, non si polverizzò.
Poco distante, Rurik stava tenendo a
bada le altre quattro creature non morte: schivando i colpi di spadone degli
scheletri, i più pericolosi, e limitandosi a parare o incassare nel peggiore
dei casi i fendenti portati dagli zombi con il falcetto. In tal modo, dava la
possibilità a Nemrak di preparare l’incantesimo il quale, puntuale, le esplose
dai palmi delle mani riducendo in polvere gli scheletri ed intimorendo i due
zombi i quali, come accecati, indietreggiarono di qualche passo lasciando al
guerriero nanico l’iniziativa.
Con il sorriso a fior di labbra,
nonostante la ferita sanguinante sulla fronte e le varie ammaccature, Rurik
ingaggiò un nuovo corpo a corpo con i due zombi abbattendone uno in un sol
colpo ben assestato tra gli occhi. L’altro non morto, però, ripreso un minimo
di coraggio, riuscì a schivare il colpo d’ascia per contrattaccare facendo
sibilare la sua catena a pochi centimetri dal volto del guerriero il quale, dal
canto suo, fu sollevato nell’udire l’ormai familiare sibilo delle frecce
elfiche che solcavano l’aria in direzione del nemico. Così, al nano non rimase
che dargli il colpo di grazia.
<<Usciamo
subito di qui!>> gridò Nemrak inginocchiatasi sul paladino ferito,
cercando di farlo rialzare.
In suo aiuto arrivò anche Rurik che,
messosi il giovane in spalle, lo sostenne per tutto il tragitto fino alla
stanza dalla quale erano arrivati.
f
Una volta che Rurik ebbe adagiato Bran
sul freddo pavimento di pietra, Nemrak si dedicò a prestargli le prime cure
mentre Nin si prodigava a serrare le porte onde impedire l’irruzione da parte
di altri nemici.
<<Posso
curarmi da solo>> le disse tossendo dopo aver mandato giù un pò d’acqua.
<<No,
conserva le tue energia divine per dopo>> gli rispose la chierica.
<<E poi, mi credi una sprovveduta?>> gli chiese mostrandogli una
boccettina piena di liquido verde. <<Non vado mai all’avventura senza
qualche pozione curativa>> lo informò lei con il sorriso a fior di
labbra, porgendogliela. <<Bevine una anche tu>> disse poi
rivolgendosi al Nano dopo che Bran ebbe preso la sua dose.
<<Solo
perché non so cosa ci aspetti lì dietro>> fece Rurik indicandole l’altra
porta, quella che avevano deciso di non aprire prima. <<Che
saporaccio!>> commentò dopo averla mandata giù d’un fiato.
<<Potrebbero aromatizzarla alla birra…>> concluse asciugandosi la
barba con il dorso della mano.
<<Immagino
sia perché la birra non ha tali proprietà curative>> gli rispose Bran
rimettendosi in piedi, perfettamente in forze.
<<Questo
è quello che dici tu!>> gli fece l’altro puntandogli l’indice contro
<<Ricorda che chi beve birra campa trecento anni!>>
<<Ma
non rimarremo vivi a lungo se non usciamo di qui>> si intromise il mezzelfo
che, grazie al suo udito particolarmente fino, aveva avvertito prima degli
altri il pericolo. <<Quella maledetta creatura mezzo donna e mezzo cane deve
aver evocato altri mostri, sento i loro passi avvicinarsi.>>
<<Sarà
meglio non farsi trovare qui>> osservò Bran. <<Andiamo>>
ordinò, spingendo la maniglia per aprire l’altra porta, quella di
sinistra.
Niente di meglio, amici ed amiche e lettrici e lettori, di un pò si musica per allietare la lettura (in verità anche il pre e il post lettura).
Per accompagnare questo quinto capitolo di "Bran il paladino: attacco al Tempio", il vostro Zaffo vi consiglia:
Manowar: "Hail and kill" dall'album "Kings of Metal" (1988)
Virgin Steele: "A wisper of death" dall'album "Invictus" (1998)
Hammerfall: "Stronger than all" dall'album "Legacy of Kings" (1998)
Zaffo
Non so se qui è il posto giusto per dirlo. Sono molto contento di quello che il dottor oseiboh ha fatto per me, volevo dire il dottor oseiboh attraverso un amico che mi ha aiutato a vincere un caso giudiziale di divorzio qualche mese fa e quando l'ho contattato, mi aiuta a lanciare un incantesimo di morte su una signora che mi allontana da mio marito, non ha mai voluto i miei progressi, tutto grazie al dr oseiboh da allora la mia vita si è voltata per cose buone, ora funziona bene per me e mio marito sono così felice di vivere con la mia famiglia, grazie al dottor Oseiboh. ti consiglio di dr oseiboh contattarlo e-mail droseiboh12@gmail.com aggiungerlo sulla linea whatsapp o chiamare +2347017565415.
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